Quella
di stasera non è un’ultima spiaggia o per lo meno non dovrebbe essere
considerata come tale.
Nonostante le parole di Mikel
Arteta, che ha detto che nessun Club può permettersi di mandare in soffitta una
stagione quando restano quindici partite da giocare, la classifica dice che le
possibilità di una qualificazione europea sono minime. Stasera in ballo per noi
ci sono l’orgoglio, la credibilità, l’autostima e non la posizione in
classifica. Questa sera ci giochiamo la possibilità di ribadire alla Premier
League che esistiamo, che siamo vivi e pronti a lottare.
L’AVVERSARIO
Sconfitti a St. James’ Park da un
colpo di testa di Isaac Hayden, prodotto di Hale End, gli uomini di Lampard
restano comunque saldi al quarto posto - complice la sconfitta del Manchester
United a casa del Liverpool. Il cammino dei Blues
è costellato di sconfitte inattese - sei nelle ultime undici uscite - e
l’obbligo è quindi quello di ritrovare continuità, prima che la corsa al quarto
posto si riapra troppo.
Vittoriosi all’Emirates Stadium
dopo un cambio di formazione che ha visto Lampard passare ad un più familiare
4-3-3 dopo aver iniziato col 3-5-2, i Blues
dovrebbero verosimilmente riproporre lo stesso schieramento, con Jorginho a
dettare i ritmi, supportato da Kanté e Mount. Se Mikel Arteta dovesse
confermare la posizione ibrida da Granit Xhaka, schierato quasi come terzo centrale
difensivo contro lo Sheffield United, allora il centrocampo del Chelsea
potrebbe fare di nuovo la differenza.
CASA ARSENAL
Il pareggio interno contro lo
Sheffield United è la foto perfetta dell’inizio di carriera di Mikel Arteta
all’Arsenal: una buona prestazione, qualche difficoltà nel creare chiare
occasioni da gol e una punizione crudele e implacabile, spesso alla prima o
addirittura unica occasione per gli avversari. Se gli inizi di Unai Emery sono
stati caratterizzati da prestazioni mediocri e risultati eccezionali, quelli di
Mikel Arteta sono l’opposto: contro Chelsea, Crystal Palace e Sheffield United
avremmo meritato più di quanto abbiamo raccolto. Al momento possiamo consolarci
con la migliore organizzazione che vediamo in squadra e con la chiara identità
di gioco che Mikel Arteta sta costruendo, tuttavia i risultati restano
preoccupanti. Il prossimo passo per il tecnico, il più difficile da compiere,
sarà migliorare la nostra fase offensiva - ora che quella difensiva è meno
orripilante: per quanti giocatori offensivi possiamo mettere in campo
contemporaneamente, la qualità del nostro gioco non è sufficiente e le
occasioni da gol sono troppo sporadiche. Dato il probabile dominio territoriale
che possiamo aspettarci stasera dal Chelsea, la partita di Stamford Bridge sarà
l’occasione buona per sfruttare di più la velocità di Nicolas Pépé e Gabriel
Martinelli in contropiede, scommettendo sui palloni lunghi di David Luiz e
Granit Xhaka.
LA FORMAZIONE
Due le novità dall’infermeria, una
negativa e una positiva: Reiss Nelson ha un problema muscolare che lo terrà
fuori per le prossime tre settimane, mentre Héctor Bellerín può considerarsi
completamente recuperato; resta in dubbio Sokratis, influenzato, ma la sua
presenza stasera contro il Chelsea non è da escludersi. La sensazione è che
Mikel Arteta chiederà un ulteriore sforzo ai soliti sospetti, per poi applicare
un turnover più sostenuto contro il Bournemouth in FA Cup, lunedì prossimo.
Se così fosse, l’unico cambio
rispetto agli undici che hanno pareggiato contro lo Sheffield United potrebbe
essere Héctor Bellerín per Ainsley Maitland-Niles, molto impiegato nelle ultime
settimane: il tecnico, non per caso, ha ribadito che l’inglese non è un terzino
di ruolo e che sta facendo del proprio meglio e potrebbe quindi rivolgersi ad
uno specialista - l’unico attualmente a disposizione.
Questi i possibili XI che
scenderanno in campo a Stamford Bridge: Leno,
Bellerín, Sokratis, David Luiz, Saka, Torreira, Xhaka, Özil, Pépé, Martinelli,
Lacazette.
A disposizione: Martínez, Holding,
Mustafi, Guendouzi, Willock, Ceballos, Nketiah.
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