Tornerà mai quello di prima?
La domanda, spietata, serpeggia con sempre maggior
insistenza tra i tifosi.
Non solo tornerà
come prima, Héctor Bellerín sarà ancora più forte di prima; troppe volte, in
passato, il catalano è finito sotto accusa ma ha sempre finito con lo smentire
i propri detrattori e non ho ragione di credere che non sarà così anche questa
volta.
Miglior terzino destro in Premier League nel 2016/17, l’anno in cui abbiamo sfiorato il titolo, il catalano negli anni è diventato una figura di riferimento nello spogliatoio e un’icona al di fuori del rettangolo verde, grazie alle sue prese di posizione mai banali, su temi spesso scottanti.
Héctor Bellerín,
arrivato dal Barcellona assieme a Jon Toral - che doveva essere quello forte
dei due - ha fatto gavetta, ha patito il passaggio al calcio dei grandi e ha
saputo cogliere l’occasione quando gli si è presentata davanti, complici gli
infortuni a Mathieu Débuchy e Calum Chambers.
Ha sofferto di
brutto a Dortmund, ubriacato da Kevin Großkreutz e di gran lunga il più
impreciso nel gestire il pallone, ma ha
saputo riprendersi quando la sua carriera all’Arsenal sembrava finita ancor
prima d’iniziare.
Tornerà mai quello
di prima? Si, però ci vorrà tempo.
La rottura del
legamento crociato anteriore è un infortunio che guarisce in 9 mesi a livello
fisico ma almeno il doppio a livello mentale: il dubbio, il ricordo del rumore
inconfondibile del legamento che cede, gli sforzi in fase di rieducazione e i
tanti stop muscolari che inevitabilmente ne derivano continuano a restare in
testa, anche se non lo si vuole ammettere.
Un giorno il
cervello si convincerà che il ginocchio è solido com’è sempre stato e quel
giorno Héctor Bellerín sarà ancora più forte di prima, perché nel frattempo
avrà imparato tanto sul proprio corpo e sulla forza della propria mente.
Se siete
preoccupati che abbia perso l’accelerazione fulminante che ne ha accompagnato
il debutto, state sottovalutando Héctor Bellerín: la sua tecnica sopraffina,
gli angoli di passaggio che riesce a trovare e la sua resistenza ne fanno un
terzino molto più completo di quanto venga riconosciuto.
Inoltre, Héctor Bellerín
è un leader nato, uno di quelli che
magari si fanno sentire poco ma quando lo fanno sono ascoltati: le recenti
trattative per arrivare ad un taglio degli stipendi di giocatori, allenatore e
staff sono state sbloccate proprio dal suo intervento nei confronti dei più
reticenti, il che la dice lunga sull’autorità riconosciutagli dai compagni.
A 25 anni appena
compiuti, Héctor Bellerín non ha né l’età, né il palmarès di tanti compagni di spogliatoio eppure è risultato
determinante nella ratificazione dell’accordo, dimostrando ancora una volta di
aver meritato di essere incluso nella lista dei cinque capitani scelta da Unai
Emery ad inizio stagione e di essere un candidato di primissimo piano a
diventare l’erede di Pierre-Emerick Aubameyang, qualora (come sembra scontato)
il gabonese dovesse lasciare il Club.
In nove anni
all’Arsenal, Héctor Bellerín si è trasformato da ala a terzino, ha imparato a
difendere con il duro lavoro sul campo e ha affinato le proprie innate qualità
offensive, arrivando a garantire un numero stabile di assist per campionato (4,
in media).
Il bello è che, a
mio modesto parere, non è ancora arrivato al massimo del suo potenziale e negli
anni a venire potrebbe sviluppare ulteriormente il proprio gioco, sia difensivo
che offensivo; metterlo in discussione proprio ora che l’infortunio sta
lentamente diventando solo un ricordo e con alle porte una preparazione estiva,
grazie alla quale ritrovare lo smalto, vorrebbe dire darsi l’ennesima zappata
sui piedi e rischiare di perdere un buonissimo terzino destro, un giocatore
capace di portare il cannone senza farsi schiacciare e un futuro capitano.
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