Abbagliante.
L’aggettivo più calzante
per Gabriel Teodoro Martinelli Silva è “abbagliante” e ricordo di aveglielo
appiccicato mentre guardavo l’amichevole estiva contro la Fiorentina: al minuto
87’ ha ricevuto palla da Mesut Özil, ben all’interno della propria metà campo,
ed è partito come una saetta, dritto per dritto, fino in porta - senza che
nessuno potesse avvicinarglisi.
Imprendibile,
inarrestabile e apparentemente infaticabile, il brasiliano ha seminato tutti i
difensori prima di concludere a rete, peccando però di precisione (la palla
finirà a lato di un soffio). Un lampo abbagliante, appunto, anche se sul
momento ricordo di averlo catalogato tra i momenti folli del calcio estivo.
Poi è successo il
fattaccio di Stamford Bridge e tutto ha assunto una dimensione ben diversa: in
luglio o in gennaio, negli Stati Uniti o in Inghilterra, Gabriel Martinelli non
lo ferma nessuno.
Prima del gol contro il
Chelsea, tuttavia, il brasiliano di origini italiane aveva già segnato una
doppietta al debutto in Carabao Cup e altri due gol alla prima assoluta in
Europa League, contro lo Standard Liegi; la coppa di lega e l’Europa sono
presto diventati il suo terreno di gioco preferito, come testimoniano la
doppietta ad Anfield nel rocambolesco 5-5, il gol segnato al Vitória e l’assist
per Pierre-Emerick Aubameyang in occasione della sconfitta interna contro
l’Eintracht Francoforte, che costerà la panchina a Unai Emery.
Per il primo gol in
Premier League, Gabriel Martinelli ha dovuto aspettare la trasferta a casa del
West Ham ma l’attesa è valsa la pena: in un momento molto complesso per
l’Arsenal, sotto di un gol, la sua zampata ha cambiato la storia della partita
e gettato le basi per una vittoria rigeneratrice, firmata da Nicolas Pépé e
Pierre-Emerick Aubameyang.
Con un totale stagionale
di dieci gol e quattro assist in quindici partite da titolare, Gabriel
Martinelli ha cominciato ad attirare l’attenzione dei media e i primi paragoni
scomodi hanno iniziato a circolare: sarà il nuovo Luis Nazário da Lima, meglio
conosciuto come Ronaldo?
No, assolutamente.
Per quanto potenziale
possa avere Gabriel Martinelli, alla sua età Il Fenomeno aveva già fatto registrare 44 gol in 47 partite
ufficiali con il Cruzeiro e si sarebbe poi confermato in Europa con il PSV,
dove in due anni segnerà 54 gol in 57 presenze. Numeri da alieno.
Una cosa in comune tra i
due esiste, ovvero la volontà feroce di tracciare il percorso più diretto
possibile verso la porta: nessuna esitazione, nessuna deviazione, solo potenza
e velocità pure.
Il parallelo purtroppo di
esaurisce qui, anche perché Gabriel Martinelli è molto meno brasiliano rispetto
a Ronaldo: a colpirmi, oltre alla sua velocità, è stata l’assenza totale di
ricami e colpi ad effetto, in favore di un gioco molto più lineare e pulito.
Se dovessi paragonarlo ad
un compatriota, sceglierei piuttosto Bebeto che, come lui, era fenomenale nel
trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto, pur svariando su tutto il
fronte offensivo.
Quando è arrivato, in
estate, è stato presentato come un esterno d’attacco, preferibilmente schierato
a sinistra, ma le sue prime uscite hanno dimostrato che il suo destino è quello
del centravanti: istinto, coraggio e qualità di smarcamento negli spazi stretti
sono quelli degli attaccanti di razza, anche se chiaramente la sua velocità può
fare la differenza sull’esterno.
I gol di testa messi a
segno contro Nottingham Forest, Standard Liegi e Vitória sono emblematici del
tipo di attaccante che diventerà Gabriel Martinelli, quando il suo destino
inevitabilmente sarà compiuto: un numero
nove che vive in area di rigore e trova spazi anche dove in apparenza non ce ne
sono, capace di finalizzare l’azione in modo chirurgico.
La prossima stagione ci
mostrerà a che punto è la crescita di Gabriel Martinelli, una volta che
l’effetto sorpresa sarà svanito; con Mikel Arteta in panchina e un modulo che
prevede una seconda punta che parte larga per arrivare in area in seconda
battuta, il brasiliano potrebbe risultare ancora più decisivo a patto di
migliorare in fase di non possesso palla, perché ad oggi l’ex stella
dell’Ituano non garantisce ancora abbastanza copertura quando il pallone è in
possesso degli avversari.
Una volta trovato
l’equilibrio tra attacco e responsabilità difensive, Gabriel Martinelli sarà
pronto per il grande salto e soprattutto per concretizzare tutto il suo enorme
potenziale.
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