*Lungo
respiro*
Niente più rumors,
niente più intrecci di mercato, niente più speculazioni per i prossimi tre
mesi.
L’Arsenal, mettendo a segno un coup de théâtre simile a quello che nel 2013 portò Mesut Özil a
trasferirsi da Madrid a Londra, ha concluso la campagna acquisti estiva con
quattro nuovi arrivi [sei se contiamo i riscatti di Pablo Marí e Cédric
Soares], cinque cessioni ed un passivo di circa 60 milioni di sterline.
La più integrata delle quattro nuove facce è senza dubbio
quella di Gabriel Magalhães, difensore ex-Lille per il quale è stata battuta la
concorrenza del Napoli, per ottenerne la firma; da subito protagonista, il
centrale mancino sta permettendo a Mikel Arteta di ri-lavorare sulla difesa a
quattro, schieramento molto più affine alla filosofia dell’ex allievo di Pep
Guardiola.
Le statistiche fanno strabuzzare gli occhi.
Su 300 passaggi tentati, 280 sono stati completati con
successo. Bravo nel gioco aereo, bravo nei lanci lunghi. Una gemma meno grezza
di quel che si pensasse. Ad oggi è forse l’unico sicuro di un posto da titolare
nella linea difensiva.
Tutti aspettano che si formi la coppia con William
Saliba.
Il diciannovenne francese, rientrato a London Colney dopo
il periodo di prestito al St-Étienne, differentemente da Gabriel sta però
faticando ad imporsi in prima squadra: la morte della madre che lo avrà
certamente segnato; la frattura al metatarso che lo ha tenuto ai box da inizio
novembre scorso fino alla metà di gennaio di quest’anno e il periodo di
pandemia che ha sospeso il proseguio della Ligue 1 hanno stoppato il processo
di crescita del giocatore per cui l’Arsenal, convintamente, ha versato nelle
casse dei Les Verts ben 30 milioni di
euro.
Voci sempre più insistenti lo vorrebbero partente verso
il Brentford, squadra di Championship con cui l’Arsenal, in virtù del nuovo
regolamento, può fare affari sia in entrata che in uscita.
Con la casacca delle Bees,
William Saliba potrebbe acquisire fiducia, minutaggio ed abituarsi ad un calcio
propositivo, restando a pochi chilometri da London Colney.
A centrocampo il grande colpo è stato Partey. Qui mi
stacco dalla figura di reporter e
vesto i panni del tifoso: trovo Aouar un calciatore straordinario,
giovanissimo, già con esperienza ma con dei margini di miglioramento ancora
molto ampi.
Premesso ciò, ho ripetuto a chiunque mi chiedesse chi
preferissi tra il numero 8 del Lione ed il mediano dell’Atleti come l'Arsenal
avesse un disperato bisogno di un centrocampista di fisico da piazzare là in
mezzo, al fianco di Xhaka, dando più libertà d’azione da Dani Ceballos.
50 milioni sono nulla in un mercato in cui vengono
regolarmente spese delle cifre blu per giocatori non di gran livello.
Thomas Partey è la gemma che si va ad incastonare
perfettamente nel cuore dell’Arsenal firmato Arteta: 27 anni [ quindi nel pieno
della maturità], oltre 160 presenze nella Liga spagnola, 30 presenze in
Champions League, due trofei internazionali vinti.
Anche solo per questo, nell'ipotesi remota che fosse
arrivata solo la sua firma, il mercato meriterebbe almeno la sufficienza.
Discorso analogo per Willian Borges e per l’attacco.
L’Arsenal aveva bisogno di aggiungere creatività e soprattutto un pacchetto di
reti e assist alla trequarti, visti i rapporti incrinati con Özil.
Occasione più ghiotta non poteva presentarsi, con l’ex
Shakhtar ai ferri corti con il Chelsea per il mancato rispetto delle promesse
di un rinnovo di durata diversa e a cifre diverse.
Willian dev’essersi sentito non più importante come prima
per Frank Lampard, nonostante la partecipazione a 20 reti la passata stagione,
tra gol e assist.
Per Arteta, il nuovo numero 12 sembra un giocatore
imprescindibile. Sempre presente in Premier League, ha già ricoperto tre
posizioni diverse e l’ultima, quella tra trequartista nel secondo tempo della
sfida contro lo Sheffield United, potrebbe essere la chiusura del cerchio di
una trasformazione tattica che Arteta, post-figuraccia all’Etihad Stadium di
Manchester, aveva accantonato in favore di un pragmatismo che ha permesso
all’Arsenal di vincere due trofei.
Ora, con Partey e Gabriel, si può tornare a parlare di
4-3-3 o 4-2-3-1 e di calcio offensivo e propositivo.
Chiusura dedicata a Rúnar Alex Rúnarsson, portiere
islandese prelevato dal Dijon in sostituzione di Emi Martínez, unitosi a titolo
definitivo all’Aston Villa.
Un acquisto che non condivido.
Mi spiego.
L’Arsenal, come tanti altri Club di Premier League, ha un
problema con la registrazione dei giocatori di più di 21 anni e Non Home Grown:
due degli attuali calciatori della prima squadra finiranno infatti fuori rosa
perché in sovrannumero.
C’era bisogno di andare a pescare il secondo portiere in
una squadra di bassa classifica in Ligue 1, per completare la rosa? OK i costi
contenuti ma avrei puntato ad altro.
Chi lo conosce parla di un portiere bravissimo coi piedi,
da far invidia ad un centrocampista in fase di costruzione, ma che pecca di
fondamentali come le uscite alte, la presa e la comunicazione con la difesa.
Io appartengo ancora alla scuola dei difensori che devono
saper difendere, dei portieri che devono saper parare, dei centrocampisti che
devono saper costruire o distruggere il gioco e degli attaccanti che devono
saper sparare la palla nelle rete.
Piuttosto che Rúnarsson, avrei puntato a portieri più
talentuosi o più esperti, sempre a costi contenuti e magari con lo status di
Homegrown o U21.
Qualche nome? Darei finalmente una chance a Matt Macey,
Jack Butland dello Stoke City, l’esperto Fraser Forster, già seguito in passato
dall'Arsenal come potenziale secondo di Leno, o il sottovalutato Tom Heaton.
Detto ciò, il mio voto al mercato dell’Arsenal è un
bell’OTTO pieno, meritato.
La difesa è stata rinforzata con Gabriel, a centrocampo
Partey sarà un mind-changer, Willian
creatività e assist e non dimentichiamo il rinnovo di Aubameyang e il ritorno
di Dani Ceballos dal Real Madrid.
DIECI lo avrei dato se fossero arrivati anche un
centrocampista creativo e un attaccante.
Alla prima lacuna di potrebbe porre rimedio reintegrando
in rosa uno dei più bravi trequartisti del calcio moderno.
Ma
questa è tutta un’altra storia...
@Maxi_Gooner
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